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museum.dià è un incontro internazionale di studio e confronto, che mira a sostenere il sistema-cultura attraverso la ricerca e la presentazione di soluzioni strategiche e operative pensate per il (o facilmente adattabili al) sistema italiano.

Gli ambiti di ricerca riguardano le attività museali di progettazione, programmazione e gestione. Attraverso il coinvolgimento di istituzioni e specialisti, museum.dià organizza e struttura confronti pubblici e sessioni sperimentali su problematiche specifiche legate ai “luoghi della cultura” (musei, complessi monumentali, siti archeologici, territori ecc.).

Elemento comune delle esperienze e/o azioni presentate è la pertinenza ai metodi e agli obiettivi della museologia, intesa come studio della comunicazione di contenuti culturali strutturati in un ambito spaziale definito.

museum.dià si prefigge di essere, dunque, uno strumento di riflessione, di elaborazione strategica e di collaborazione professionale internazionale, che mira all’evoluzione dell’istituzione museale da collettore di opere e reperti a centro culturale polifunzionale di rilevanza sociale.

La terza edizione del convegno di museologia museum.dià – patrocinata da ICOM International Council of Museums e ispirata alle tematiche dell’ “International Museum Day 2018” indetto il 18 maggio –  è dedicata al tema, particolarmente attuale, delle reti creative. Il museo, infatti, al giorno d’oggi, si organizza e agisce in un sistema di interconnessioni già profondamente sviluppato. La rivoluzione tecnologica in atto ha modificato le relazioni tra istituzione museale, pubblico, contesto territoriale così come la capacità di generare contenuti e linguaggi appropriati e comprensibili.

Le reti – strette, intense, velocissime, globali – diventano così luoghi di creazione. Una creazione continua di contenuti, struttura, modelli che prescinde dalla presenza o meno degli operatori culturali e che obbliga soprattutto questi ultimi a muoversi in modi inconsueti con un procedere orizzontale, dialogante e pervasivo.

Il museo deve inserirsi in questo nuovo ambiente carico di potenzialità ma al contempo difficile da gestire per il rovesciamento delle pratiche e le velocità richieste.

L’obiettivo di questa edizione è, dunque, quello di riflettere sui cambiamenti di paradigma da immaginare e seguire: in ordine alla produzione di contenuto e di esperienze culturali; all’organizzazione interna e alla gestione del museo e dei sistemi museali; alla comunicazione e alla promozione attraverso l’assimilazione di nuove modalità di approccio cognitivo e semantico (e, in contrappunto, alle trasformazioni delle modalità fruitive da parte del pubblico).

Scansione tematica e problematica delle sessioni (versione sintetica)

1. Per il territorio: tra rappresentazione e sistemi museali

In questa sessione, sono chiamati a intervenire sulla propria esperienza gestionale e culturale rappresentanti di diverse forme di “aggregazione museale” in relazione alle dinamiche di sviluppo territoriale: si tratta di un insieme di relazioni, già strutturate o da costruire, per cui la connessione delle istituzioni museali tra loro e con il contesto socio-economico di appartenenza diventa fondamentale nella ricerca di nuovi indirizzi di sviluppo basato su valori e attività immateriali. Si confrontano i diversi fenomeni dell’associazionismo museale in chiave di riqualificazione territoriale con modelli e pratiche di intervento orientate ai nuovi indirizzi dematerializzati dell’economica e alle industrie creative.

Si riflette inoltre sugli sviluppi (e sulle problematiche ad essi annesse) di una rappresentazione del territorio e, in Italia, della natura diffusa del patrimonio artistico-culturale e storico-antropologico. Si vuole privilegiare, dunque, la presentazione di quei territori in cui trovano posto progetti e pratiche di musealizzazione di realtà complesse (sistemiche, appunto) e immateriali come paesaggi, artigianato, testimonianze orali della tradizione ecc.

2. Lavorare nelle reti

In questa sessione, si riflette sulle figure professionali ibride e su competenze liquide e intersettoriali per delineare scenari in cui l’individuazione dei profili, l’offerta di formazione specialistica, le modalità di selezione e gli aggiornamenti life-long learning siano adeguati alle esigenze delle istituzioni, coinvolte in processi di continuo adattamento.

3. La rete che crea sapere

L’intensificazione delle relazioni ha avuto effetti anche sui rapporti tra operatori interni, dando la possibilità di implementare progetti sempre più interdisciplinari e geograficamente vasti con molteplici potenzialità di collaborazione (sempre subordinate all’individuazione dei format, linguaggi e progettualità condivisi).

L’intento della sessione è una riflessione sui nuovi processi di creazione dei contenuti, sulle responsabilità e i ruoli ad essi associati, sulle pratiche e i linguaggi emergenti.

4. La rete che crea efficienza

La sessione è aperta al confronto su progetti o ipotesi progettuali/sperimentali che mirano all’inserimento di sistemi connettivi nei processi di decision making e nelle prassi operative di musei e istituzioni culturali in genere. Ampio spazio è dato alla valutazione di effetti e rischi così come di necessità e vantaggi con uno sguardo riflessivo sulle possibilità tecniche, sulle normative corrispondenti, sui percorsi organizzativi suscettibili di intervento e sui relativi scenari futuri.