museum.dià II

Chronos, Kairòs e Aion. Il tempo dei Musei

26 - 28 maggio

Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano

La narrazione del tempo, negli innumerevoli frammenti della vita che i musei tentano di ricomporre, è stata ed è la missione di queste istituzioni perché è un modo di indagare, di conoscere, di sapere cosa sono gli uomini, di penetrare la loro storia, di intuire la vastissima rete di rimandi profondi che tesse tra loro reperti, persone e testimonianze del loro legame.
Il lavoro sotteso alla ricerca e alla raccolta degli oggetti materiali e immateriali che confluiscono in una collezione museale è quindi sempre, più o meno consapevolmente, finalizzato al recupero di quel filo temporale che si snoda attraverso le varie epoche, trasmesso soprattutto nel racconto e nelle storie di chi ha animato le cose e concepito le idee da cui queste sono scaturite.

Il passato evocato è sempre lo stesso, fatto degli stessi avvenimenti, ma la sua comprensione e la conseguente riconcettualizzazione variano a seconda dell’epoca in cui sono formulate: i dati storici vengono sempre e continuamente reinterpretati con i valori e i significati di un eterno e sempre nuovo presente.

Il patrimonio del museo, quindi, concerne tutto l’insieme di relazioni spazio-temporali che connette gli uomini tra loro, nelle diverse epoche e con il circostante, divenendo vettore tra piani narrativi e, dunque, cronologici diversi: l’ingresso del museo diventa una soglia temporale che, dalla realtà dei reperti con la loro differente declinazione cronologica, conduce a un piano astratto più dilatato in cui è possibile muoversi nello spazio e nel tempo con più libertà fino a cogliere, in una potente metafora sociale, il nesso tra memoria collettiva e memoria personale.