COSTRUZIONE E PERPETUAZIONE DELLE IDENTITÀ SOCIALI. L’UTILIZZO DEL RITUALE FUNERARIO NEL SUD-EST DELLA PENISOLA IBERICA DURANTE L’ETÀ DEL BRONZO ANTICO E MEDIO (2100-1350 CAL. A.C.)

Juan Antonio Cámara Serrano, Fernando Molina González, Liliana Spanedda, Trinidad Nájera Colino | Universidad de Granada

Abstract

L’identità, come manifestazione ideologica, sempre è costruita dagli organi politici della comunità, rivelandosi come espressione delle differenze sociali esistenti. In questo processo di costruzione, il rituale funebre ha il vantaggio di collegare il passato e il futuro; per questo motivo è stato comunemente usato per mostrare una organizzazione sociale che presumibilmente non è cambiata e che, negli auspici dei beneficiari, non dovrebbe mai cambiare. Infatti, attraverso il rituale funerario che trasferisce alcuni elementi in un futuro (più o meno prossimo) si produce la perpetuazione (ideale) delle condizioni sociali esistenti, partendo dagli elementi (le tombe degli antenati) che collegano con un passato più o meno lontano. La connessione passato-presente-futuro avviene a partire dai resti umani, dagli elementi che li accompagnano e dai "contenitori" che li includono. Inoltre questa relazione implica un legame familiare (reale o fittizio, ristretto o prolungato) tra il defunto ed i superstiti, che costruisce e perpetua la posizione di questi ultimi nella società e serve, quindi, da maschera ideologica per le relazioni reali tra le persone definite dalla loro posizione nella produzione.

Da queste premesse le sepolture corrispondenti alla cultura del El Argar, sviluppatasi nel sud-est della penisola iberica tra il 2100 e il 1350 a.C., presentano una serie di caratteristiche che le rendono particolarmente adatte per un’analisi del loro impiego nella costruzione e perpetuazione di identità sociali, fondate in definitiva nelle relazioni sociali di produzione: 1) L’aspetto che è stato evidenziato tradizionalmente è la differenziazione di ricchezza (sopratutto in armi e metalli preziosi) nei corredi e la facilità di assegnazione di questi a individui specifici per il fatto di essere sepolture individuali o doppie (in rari casi multipli e solo quando comprendono individui infantili). Non c’è dubbio che questo ha permesso una valutazione delle differenze di accesso ad alcuni prodotti, anche in relazione all’età o al sesso. Inoltre possiamo dire che i corredi di per sé non garantiscono un rapporto tra la "ricchezza" e una certa posizione nelle relazioni sociali di produzione, essendo presenti diverse condizioni ideologiche nella formazione del complesso funerario, anche se, a nostro avviso, la più importante è l’ideologia di emulazione. 2) Un progresso nella ricerca si deve agli studi paleoantropologici e di dieta che hanno permesso indentificare differenze tra gli individui in quanto a sforzi, patologie e alimentazione; in alcuni casi, corrispondenti a età e sesso specifici, ma in generale strettamente legate alla “ricchezza” mostrata dai corredi. Questo rivela che persino l’emulazione non riuscì a camuffare l’esibizione del potere nei funerali e la sua proiezione nell’aldilà. 3) L’aspetto più interesante delle sepolture argariche è la loro collocazione al di sotto delle case o accanto a queste permettendo non solo la correlazione con gli spazi di residenza (e il loro contenuto), ma uno studio pertinente del significato dell’associazione tra le tombe (nelle stesse case e in zone vicine). Questo lavoro risulta più semplice se si dispone di sufficienti datazioni (e dati stratigrafici) per garantire la relazione spazio-temporale tra le tombe.

Il caso di studio prescelto, il sito di El Castellón Alto (Galera, Granada) (1950-1650 a.C.), permette valutare in maniera particolare la creazione di diverse identità (che non sono esclusive per ciascuna persona) seguendo ognuno di questi tre parametri fondamentali: corredi, caratterizzazione del sesso, età e condizione fisica degli individui sepolti e associazioni presenti. I corredi (in termini di metalli preziosi associati agli inumati) non risaltano rispetto a quelli recuperati nelle tombe di altri insediamenti dello stesso periodo e non abbiamo datazioni delle fasi recenti dello sviluppo della cultura argarica; tuttavia, altre specificità del sito sono particolarmente significative in relazione alle questioni qui discusse. Innanzitutto quelle attinenti alla documentazione archeologica recuperata: a) lo scavo pressoché totale del villaggio e delle tombe che comprende; b) la conservazione eccezionale delle sepolture e di alcuni resti umani che hanno permesso di analizzare aspetti specifici del rituale funebre. Di conseguenza, si possono analizzare vari processi relativi alla costruzione dell’identità e alla perpetuazione della disuguaglianza: a) la segregazione spaziale tra individui, espressa nell’esistenza di acropoli e terrazze separate; b) gli sforzi di mobilitazione della ricchezza all’interno delle diverse famiglie nel corso del tempo di occupazione delle capanne; c) la constatazione di processi di ascrizione (ideologicamente giustificati dalla disposizione delle tombe e dall’organizzazione in quartieri delle case in cui si trovano); d) l’esclusione di alcuni individui dal rituale funerario standard (o la loro rimozione dalle tombe dopo un periodo di tempo); e) l’esecuzione di rituali specifici di amputazione post mortem di parti dello scheletro.

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giulia osti4.1