Museum.dià. II convegno internazionale di museologia.
Chronos, Kairos e Aion, Il tempo dei musei
I sessione - Il tempo da ricordare
La contestualizzazione spazio-temporale del patrimonio materiale e immateriale rappresenta per il museo un'area di studio che coinvolge competenze amplissime e diversificate.
Stabilire connessioni tra il manufatto e il suo significato attraverso una prospettiva cronologica necessita di modalità di indagine, di confronto e di sintesi, che vanno oltre la dimensione storiografica e impongono proprie metodologie di riferimento.
Naturalmente, in queste operazioni (ricostruttive, connettive, sistemiche), centrale risulta il rapporto tra fonti storico-documentali e oggetto/reperto/opera; ma diventano altresì necessarie, all'interno delle pratiche di ricerca del museo, le relazioni intessute tra oggetti, contesti, tempi al di là della progressione cronologica.
II ritmo del museo, infatti, e scandito da un tempo puntiforme fatto di connessioni e rimandi alla collocazione storica si aggiunge una ricollocazione semantica che crea contenuto attorno al valore storico o artistico del bene culturale. In questa sessione si vuole riflettere, dunque,
sulle modalità di studio utilizzate nei musei per dare significato al patrimonio nella sua dimensione temporale.
Modalità cangianti e variabili rispetto al punto (o momento) da cui si osserva l'oggetto della propria ricerca aprirsi all'indagine multidisciplinare cercando di restituire
agli occhi del contemporaneo il patrimonio passato (o, meglio, il passato di un patrimonio) diventa una via sperimentale in cui il Museo interviene come parte attiva del processo di analisi.
In questo modo, la ricerca nei diversi ambiti disciplinari va a inserirsi all'interno dell'attività di comunicazione culturale dell'istituzione museale: si (ri)stabilisce, pertanto, una continuità tra istituzioni culturali che dalla ricerca giunge alla collettività, dall'ambito accademico
arriva al contesto sociale.
La grande sfida del museo oggi e attivare questo rapporto per renderlo biunivoco, coinvolgendo il proprio pubblico di riferimento in processi di reale partecipazione.
II sessione - Il tempo da raccontare
La necessita di una restituzione dei contenuti, spesso complessi e intrecciati tra loro, la presenza fisica dei beni esposti, l'esigenza di una trattazione astratta o di un'esperienza immersiva, e così la velocità tecnologica e quella semiotica, che modificano comportamenti e cognizione, rappresentano, a più livelli e su più ambiti, i punti di una continua riflessione che il Museo opera sulla propria comunicazione culturale.
II tempo diventa parte integrante di questa comunicazione, si lega ad essa e Ia risolve, in modo piu o meno evidente, in una dimensione narrativa, in cui il visitatore-spettatore viene coinvolto attivamente all'interno di un insieme di opere "raccontate" in grado di attivare la sua esperienza attraverso una storia viva e da vivere.
II racconto di una storia e la forma intellegibile del tempo ricordato; e in questo senso, il Museo e di per se, intimamente, un insieme di raccordi
narrativi evocati e/o trasmessi per intero dall'istituzione: ogni elemento che costituisce il museo, ogni oggetto o reperto, ogni spazio, ogni attività organizzata paria e racconta.
II museo diffonde e si diffonde attraverso i suoi oggetti, materiali e immateriali, in spazi estesissimi, fisici e virtuali, riconfermandosi non solo come un luogo di esposizione o di fruizione culturale ma un centro di acquisizione e diffusione di immagini e pensiero, un centro di fermento, raccordo, ricerca.
Come dispiegare un tale tessuto di intrecci e relazioni secondo una linea temporale? E su quale idea di tempo costruire una comunicazione efficace e coerente? Un tempo o più tempi?
Nelle pratiche museali il tempo assume, quindi, la natura ambigua di oggetto di rappresentazione e di modalità rappresentativa: la prospettiva, con cui lo si osserva e lo si comunica, cambia le caratteristiche della narrazione e, di conseguenza, il modo di essere dell'istituzione. Non solo.
La ricerca della forma narrativa più adeguata deve accogliere prospettive plurime, numerose per lo meno quanto lo sono i piani di contenuto presenti che, in primis, coinvolgono la collezione (più o meno articolata), gli edifici e gli spazi di competenza, il contesto territoriale di riferimento e la storia dell'istituzione.
Più tempi, dunque, che convergono a dare una valenza unitaria alla proposta museale: la linearità di un ordine di tipo cronologico, la circolarità che porta alla comparazione, la co-presenza del linguaggio ipertestuale digitale sono alcune della modalità da comporre e ricomporre per rendere comprensibile al meglio il messaggio comunicativo del museo oggi, coadiuvato dalla presenza di una nuova classe di operatori, esperti nella mediazione narrativa che, sebbene sempre più complessa e problematica, appare fondamentale per consentire al Museo l'espletamento delle sue funzioni socio-culturali.
III sessione - Il tempo di cambiare
II tempo del museo riguarda Ia sua identita e le sue funzioni. Ognuna di esse e scandita da tempi precisi che ne caratterizzano Ia qualita e l'efficacia: riflettere sulla durata o sulla permanenza, sui rinnovamento o sulla ciclicità, infatti, quando si parla di museo, implica immediatamente un ragionamento tecnico sui rapporto (positivo) tra raggiungimento degli obiettivi istituzionali e attività realizzate.
Ogni variabile si connette all'altra, ogni innesto avviene e/o dura, finisce, si compensa, si rapporta con gli altri.
Dunque ogni museo ha un suo ritmo dettato da molteplici fattori: tema e collezione, allestimento, gestione, contesto, pubblico, partner ecc.
In questa complessità, il Museo acquisisce un suo proprio ritmo che presuppone adattabilità, un tempo con i suoi intervalli che deve essere capace di variare a seconda dei cambiamenti del contesto in cui le istituzioni museali sono inserite.
Emerge la necessita di individuare quelle linee metodologiche nella ricerca di una programmazione temporale, che appare di grande interesse alla luce della sempre più incalzante richiesta di nuove funzionalità da attribuire al Museo come soggetto rilevante nelle politiche di intervento sullo sviluppo sociale, etico e culturale dei contesti territoriali locali.
Si tratta di individuare quei tempi, e quindi quei modi, in cui e necessario e assieme possibile cambiare l'offerta museale nei fattori e nelle caratteristiche che la compongono: in questo senso,e possibile parlare di cambiamenti negli spazi, nelle attività, nel personale, negli allestimenti, nella comunicazione, ma a periodicità più lente, anche di modifiche profonde nella scelta valoriale o nella composizione dei propri obiettivi strategici.
AI pari di un organismo vivente, il Museo si colloca come sistema auto-poietico ai margini del caos, ossia come un sistema socchiuso, capace di mantenere la propria integrità organizzativa, che si confronta con il contesto e il disordine da esso generato, assimilando i cambiamenti e facendoli propri.
Un'attenzione particolare deve essere riservata, come elemento contingente fondamentale, a quei "tempi" che non sono museali ma che appartengono alla comunità di pubblico (presente o potenziale) nelle modalità caratteristiche di cognizione e comunicazione e, in genere, nella propria sfera del vivere quotidiano.
Così la scelta del tempo diventa determinante per il Museo nella sua dimensione sociologica, a fronte di cambiamenti nel linguaggio, nell'attenzione, nel tempo libero, negli interessi, nel gusto e nelle mode.
IV sessione - Il tempo di creare
Negli ultimi anni si è andata a consolidare un'attenzione crescente nei confronti dei musei, in parte dovuta, in Italia e non solo, a una retorica politica sulla cultura come risorsa d'eccezione, trascurata ma fondamentale per il futuro; e in parte stimolata da una condizione de facto in cui lo svuotamento d'efficacia e di partecipazione di alcuni processi educativi e formativi, I'avanzamento dell'economia della conoscenza con un più largo consenso di pubblico a livello mondiale, la necessita di un ritorno identitario al nucleo originario della storia e del patrimonio culturale (per respingere paure sociali dell'incertezza e del nuovo) ha portato il Museo al centro di un vivo interesse in molte strategie d'intervento legate allo sviluppo economico e alla competitività dei territori.
II Museo ha visto, e pare continui a contemplare, un'intensificazione del numero delle funzioni attribuitegli.
Alle tradizionali, inerenti la conservazione e la tutela nonché la comunicazione culturale e la ricerca scientifica, sene aggiungono delle nuove, ora più vicine all'ambito formativo, ora maggiormente attente alla sfera sociale fino ad avvicinarsi a modelli di sviluppo economico alternativi, molto simili a quelli utilizzati in politiche industriali, come gli incubatori d'azienda.
II Museo, istituzione resiliente, capace di non esaurire la sua identità grazie alla persistenza del suo patrimonio, proprio a seguito di quella funzione di tutela del bene culturale che gli garantisce di conseguenza la sopravvivenza, assume un nuovo ruolo oggi, che appare sempre più vicino a quello di un hub polivalente di sviluppo socio-economico.
Ciò che qui interessa e che la permanenza del patrimonio, alla base della forza dell'istituzione museale, si accorda con motivazioni complesse che vedono nel rapporto tra esperienza estetica, conoscenza e creatività un asset decisivo nella sfida globale delle competizione economica tra territori e stati, soprattutto per quelli con limitata disponibilità di fattori e processi produttivi.
II patrimonio persiste, dunque, e diventa un attivatore di idee, forme, progettualità, nuova imprenditoria.
Può altresì contribuire a forgiare nuove etiche all'interno dei contesti sociali e a incentivare la produttività, l'iniziativa personale, il rispetto delle regole e atteggiamenti collaborativi con evidenti ricadute positive dal punto di vista economico.
Questa dimensione allargata comporta, inoltre, l'introduzione del Museo all'interno di piani di dibattito molto più vasti che, oltre alla componente culturale, annettono posizioni di governo e di governance relativi all'amministrazione complessiva dei territori (politica economica, politica sociale ecc.).
Vengono presentati spunti ed esperienze per un salto di paradigma alla ricerca di nuovi modelli, nuovi metodi, nuovi tempi per un museo inevitabilmente portato a costruire connessioni forti e ancora più profonde tra patrimonio culturale e sistema-paese.
Tavola rotonda - Il tempo da gestire
In questa giornata, summa del convegno, si confrontano esperienze di gestione del tempo nei musei: tempo come substrato delle attività di ricerca nell'ambito della collezione; tempo come dimensione narrativa nelle pratiche di diffusione e comunicazione culturale; tempo come variabile attiva e plurima di adattamento al cambiamento; tempo come anello di congiunzione tra conoscenza e creatività.